ANNUAL #2
(OVVERO: I GIOVANI INVASORI)
Di Carlo
Monni
Dedicato
con rispetto ed ammirazione a Roy Thomas & Frank Robbins
creatori degli Invasori.
PROLOGO
Nei
giorni bui della Seconda Guerra Mondiale, quando il Nazismo gettava la sua
ombra minacciosa sul mondo, un gruppo di eroi dai costumi colorati si erse a
difesa di un’umanità minacciata. Il simbolo vivente dei valori della democrazia
americana, idealista e coraggioso, Capitan America; l’orgoglioso Principe di un
vasto impero sottomarino, dalla forza smisurata ed il temperamento ribelle, Sub
Mariner; un uomo artificiale capace di infiammarsi,
Anche il male, però, a volte lascia
sinistre eredità che vengono raccolte dalle nuove generazioni. Una volta un
saggio scrittore disse: “Il male che gli uomini fanno spesso gli sopravvive” e
purtroppo non manca chi intende dimostrare che aveva ragione.
Il
luogo sembra il perfetto scenario di un romanzo gotico: un’antica abbazia in
rovina da secoli, un altare abbandonato su cui è incatenata una ragazza
completamente nuda, delle figure, rivestite di un saio e con i volti coperti da
un ampio cappuccio che intonano oscure litanie in una lingua che il tempo
stesso ha dimenticato; una mano che si solleva brandendo un coltellaccio che
poi ricade sul petto della vittima sacrificale, il cui urlo disperato è
ignorato dai presenti.
-Il sangue è vita!-
proclama una voce di donna, mentre nella sua mano innaturalmente pallida
stringe il cuore pulsante che ha estratto dal petto della vittima. Una lunga
scia di sangue ricade su un’urna dorata.
-Il sangue è vita!-
esclamano i presenti
Il sangue ricopre l’urna che immediatamente si
surriscalda per poi letteralmente esplodere. Le ceneri contenute nell’urna
danzano nell’aria, si uniscono, si condensano in una forma quasi sferica,
ruotano a mezz’aria, mutano forma allungandosi e dove c’erano delle ceneri ora
c’è uno scheletro e poi le ossa sono ricoperte da muscoli e nervi, poi la carne
è ricoperta da vari strati di pelle innaturalmente pallida ed ecco pienamente
formata una figura maschile nuda, la cui bocca si apre scoprendo una duplice fila
di canini appuntiti, le labbra si muovono, dapprima senza far uscire alcun
suono, poi, ecco solo poche parole:
-Io… sono… vivo?-
La donna getta il cuore sull’altare e gli si avvicina.
Mentre lo fa lascia ricadere il cappuccio mostrando il volto, dal colorito così
pallido da essere quasi bianco, di una giovane donna bionda i cui occhi rossi
sembrano splendere nel buio.
-Si, amore mio.- dice
–Sei tornato alla non-morte che io stessa ti ho dato.-
C’è confusione sul volto del giovane, mentre lascia che i
seguaci della donna lo coprano con un mantello.
-Tu!- esclama –Io… mi
ricordo di te. Perché mi hai riportato indietro? Perché non mi hai lasciato
morire?-
-Perché è il tuo
destino: insieme avremo la giusta vendetta sui nostri nemici ed il potere che è
nostro diritto. Il mondo dovrà temere ancora il nome del Barone Sangue!-
1.
Appena scesi dal volo proveniente da New York tu e Joy
Mercado vi ritrovate nell’atrio dell’aeroporto internazionale di Heathrow a
Londra. A vedervi qualcuno penserebbe che non siete una coppia ben assortita:
tu sei un giovanotto biondo che dimostra a malapena 20 anni, dagli occhi
azzurri e l’aria da classico bravo ragazzo, perfettamente in linea con il tuo
abbigliamento sobrio, sembri uno studente in vacanza; lei è completamente diversa,
invece, è anche lei bionda, con i capelli che ricadono lungo tutta la schiena,
indossa jeans aderentissimi e giubbotto rosso fuoco altrettanto aderente e
sembra… beh sembra una ragazza con cui la madre del bravo ragazzo non sarebbe
felice di vederlo uscire. C’è da dire, ovviamente, che a volte le apparenze
ingannano… ma a volte no.
Il tuo nome è Jeff Mace e, come la donna che è con te,
sei un reporter del settimanale americano “Now”. Dire che sei entusiasta
dell’incarico sarebbe un’esagerazione, ma non si può nemmeno dire che non ti
piaccia. Dopotutto ti consideri innanzitutto un giornalista e solo dopo anche
il supereroe chiamato Capitan America, incarnazione dei valori più puri della
nazione americana.
Ultimamente
la tua vita è stata davvero frenetica: hai appena fatto in tempo a tornare da
Phoenix, dove hai affrontato un essere più belva che uomo, che ti sei subito
trovato coinvolto in una missione dei Vendicatori che ti ha portato nel regno
della particolare specie umana nota col nome di Devianti. Un viaggetto a Londra
per un reportage su un evento a metà tra il politico ed il mondano ha quasi il
sapore di una vacanza, senza contare che c’è anche Joy.
Tu
la e l’intraprendente collega, reporter d’assalto (e, quando serve, anche
fotografa) avete fatto parecchi reportage insieme da vari luoghi del mondo e
negli ultimi tempi avete anche condiviso molto di più. È accaduto solo un paio
di volte, ma per te, che a volte sei davvero ingenuo quanto sembri, sono state
esperienze indimenticabili, anche se ora non puoi fare a meno di chiederti se…
-Terra a Jeff Mace, ci
sei?-
-Uh... cosa?-
-Spiacente di
strapparti ai tuoi sogni ad occhi aperti, ragazzone, ma abbiamo un taxi da
prendere.- ti dice Joy.
-Oh, scusa Joy, credo
di essere stato un po’… soprappensiero.-
-Ah, non importa.
Adesso sbrighiamoci, che voglio arrivare in fretta in albergo. Ho proprio
voglia di una bella doccia e se farai il bravo potrei permetterti di lavarmi la
schiena.-
Senza volerlo arrossisci violentemente e sei certo che
sul viso del tassista sia apparso un sorrisetto divertito. A volte la
sfrontatezza di Joy ti mette davvero in imbarazzo, ma non puoi negare
l’attrazione per lei, questo è certo. Meglio cercare di rilassarsi e lasciare
che le cose vadano come devono andare.
Non è facile essere un sovrano e questo Namorita,
Imperatrice del regno sottomarino di Atlantide, lo ha capito presto,
praticamente non appena suo cugino Namor ha abdicato in suo favore. Ci sono
tante cose a cui pensare ed anche se ha dei validi consiglieri ad affiancarla,
gli atlantidei si aspettano che sia lei a prendere tutte le decisioni, si
affidano forse troppo al suo giudizio e questo prima o poi dovrà cambiare,
perché la differenza tra un sovrano benevolo ed un tiranno è molto sottile. In
questo momento, però, non è la politica ad occupare la mente di Namorita, bensì
ciò che l’ha portata in visita a Londra, ovvero
un oggetto scoperto per
caso durante scavi archeologici in quel che rimane del continente perduto che
ha dato il nome al suo impero: uno scettro composto di uno strano materiale.
-Un oggetto
affascinante, non è vero, Maestà?- le dice un giovane uomo al suo fianco,
vestito in maniera decisamente casual –Forse risale addirittura agli albori
della storia dell’uomo.-
-Non saprei, dottor
Jones.- replica tranquilla Namorita –Dopotutto è lei l’archeologo, non io. Se
lo dice lei, immagino di doverle credere, anche se l’archeologia ufficiale
rigetta certe teorie, mi pare.-
-Sono sempre stato un
tipo non convenzionale, Maestà, un difetto di famiglia, credo. Proprio per
questo l’uomo che ha ritrovato quest’oggetto si è rivolto a me. Del resto,
visto il mondo in cui viviamo ed i bizzarri esseri che lo abitano, che c’è di
strano nel credere che luoghi e cose come l’antico continente di Atlantide ed
il Santo Graal esistano davvero?-
-Nulla, visto che la
perduta Atlantide è esistita davvero e sulle sue rovine il mio popolo ha
fondato il suo impero… il che mi ricorda: la smetta di chiamarmi Maestà, mi
innervosisce. Può chiamarmi Namorita o anche Nita, se preferisce.-
-Non la conosco
abbastanza da poterla chiamare così.-
-A questo c’è sempre
rimedio. Ma ora parliamo di questo… scettro. Forse non è il leggendario scettro
dei sovrani di Atlantide, ma di sicuro è di interesse per il mio popolo e non
permetterò a nessun governo di impadronirsene, né a quello britannico, né a
quello americano, né a nessun altro.-
-Beh, se non altro è
diversa da suo cugino: lui se ne sarebbe impadronito senza perdere tempo.-
-Oh… io so quando
essere diplomatica e quando picchiare, mi creda Dottor Jones e non è ancora il
tempo delle maniere forti… non ancora, ho detto.-
Nita sorride ed il giovane archeologo americano si
sofferma a pensare che sotto quell’aspetto dolce potrebbe essere pericolosa
quanto il famoso Sub Mariner.
Il rombo dei motori è come una musica, la mano quasi
accarezza il volante e l’attimo prima della partenza è contrassegnato da una
scarica di adrenalina pura. Johnny Storm, meglio noto al mondo come
Quel che succede dopo accade troppo velocemente perché
gli spettatori riescano a capirne la dinamica. Solo in seguito si scoprirà che
la causa principale è stata una minuscola perdita d’olio sull’asfalto rovente.
Fatto sta che le due auto di testa fanno uno spettacolare testa coda, si urtano
ad alta velocità, ma mentre l’autista della prima riesce a mantenere il
controllo quanto basta da finire sull’erba, Johnny cappotta rapidamente ed in
breve le fiamme avvolgono il suo abitacolo. Chiunque altro, tuta ignifuga o
meno, sarebbe sicuramente morto in quel disastro, ma Johnny Storm non è
chiunque: il suo controllo assoluto del fuoco gli permette di assorbire calore
e fiamme ed uscire intatto dall’abitacolo.
Il pilota dell’altra macchina, un nero ben piantato, con
baffi e barbetta, gli corre incontro e gli dice:
-Tutto bene, amico?-
-Non preoccuparti,
Khanata.- risponde Johnny –In confronto a certi scontri col Dottor Destino
questa è stata una passeggiata. Peccato per la macchina, però… e per la gara:
avrei potuto vincerla.-
Khanata del Clan della Pantera, erede presuntivo del
trono di Wakanda scoppia in una grossa risata.
-Chissà!- replica –Non
lo sapremo mai, temo.- dà una pacca sulla spalla di Johnny e continua –Beh, ho
un’idea per consolarci entrambi e finire la serata in bellezza, vedrai che non
te ne pentirai.-
Speriamo, pensa Johnny. Se fosse superstizioso
prenderebbe l’incidente come un cattivo presagio, ma non lo è ed accantona il
cattivo pensiero, preparandosi per una serata che si prospetta interessante e
magari anche bollente.
2.
Ci sono modi peggiori per passare
una serata che partecipare ad un ricevimento dell’alta società. Quando tuo padre
era nel servizio diplomatico e tu e le tue sorelle eravate ancora bambini, ti è
capitato di partecipare a qualcuno di essi e la cosa che ricordi più
chiaramente è che ti annoiavi. Gli anni sono passati e di certo tu fai una
bella figura in smoking, ma continui a sentirti come un pesce fuor d’acqua in
quest’ambiente.
-Terra
a Jeff Mace: ti dispiace tornare tra noi comuni mortali?-
-Cosa?
Oh, scusa Joy, stavo pensando ad altro.-
Joy Mercado in un aderente abito da sera
rosso, molto scollato sia davanti che sulla schiena, abbozza un sogghigno
divertito e ti dice:
-meglio
che rimani concentrato, bello. Siamo qui per lavoro, dopotutto. Per fortuna
quella tua amica ci ha procurato due inviti o non saremmo mai riusciti ad
entrare… non con mezzi ordinari, almeno. Ma a proposito: come fai a conoscere
così bene un’aristocratica inglese?-
-Uh…
Lady Crichton è… è una vecchia amica di famiglia.-
-A
me non sembra poi così vecchia.- replica Joy gettando un’occhiata ad una donna
bionda che si trova poco lontano da lì.
Quanto a te, pensi che non è
esattamente il caso di spiegare a Joy che Lady Crichton, nata Jacqueline
Falsworth, alias Spitfire, proprio come tuo nonno, è un ex supereroina della
seconda guerra mondiale ringiovanita da una massiccia trasfusione del sangue
artificiale dell’Originale Torcia Umana. No: non è proprio il caso.
-Comunque,
non m’importa poi molto.- continua Joy -L’importante è poter fare il servizio
sullo scettro e… ehi: non è Johnny Storm, quello?-
In effetti, è proprio lui: il
fiammeggiante membro dei Fantastici Quattro. Chissà se sarebbe sorpreso di
sapere che Capitan America è uno degli ospiti? Probabilmente no.
Johnny Storm si sta divertendo. Una
volta tanto può rilassarsi in compagnia di belle donne in un ambiente dove
l’entrata in scena di un supercriminale è un evento più raro della caduta di un
meteorite. In fondo, quante volte gli è capitato di sentire il suo ingresso
annunciato da un vero maggiordomo in livrea? Beh, c’era stata quella volta all’Ambasciata
Latveriana, ma è meglio dimenticarla.[1] E
così eccolo qui, fare il suo ingresso nel salone assieme a Khanata ed a due
splendide top model i cui volti e corpi hanno sono apparsi in miriadi di
copertine in questi ultimi anni e non sempre per motivi di lavoro, per così
dire. Johnny si diverte. Ad un certo punto perde di vista il suo amico e la sua
bionda accompagnatrice, ma la cosa non lo preoccupa: è più interessato alle
grazie della flessuosa donna che sta al suo fianco, almeno sino a quando non
viene distratto da una vista che quasi gli fa andare di traverso lo champagne
che sta bevendo. La sua relazione con Namorita non è finita bene, anzi: non sa
nemmeno dire quando e come sia finita, ma vederla gli procura una sorta di
rimescolio indefinibile: è bellissima, inguainata in uno splendido abito da
sera, ovviamente verde, lungo fino a terra e con due spacchi laterali. Si ferma
davanti a lui e gli sorride:
-Johnny!-
esclama –Che piacere rivederti. Cosa fai da queste parti?-
Un po’ di banale conversazione tra
vecchi amici che sono stati anche amanti per breve tempo. Entrambi cercano di
sembrare naturali, ma non lo sono affatto e lo sanno. Ad un certo punto Nita,
forse per smorzare la tensione dice:
-Voglio
presentarti un’amica, Johnny, vieni.-
Lo prende per mano, sconcertando non
poco quelli del suo seguito e lo conduce verso un gruppetto di persone che
conversano tra cui spicca una giovane donna bionda, dimostra a malapena
vent’anni, che sembra dominare la conversazione.
-Jacqueline...
– esordisce Namorita -… volevo presentarti un mio vecchio amico: Johnny Storm.
Johnny questa è Lady Crichton, una cara amica di mio cugino e mia.
Jacqueline Crichton… Johnny ha la
sensazione che il suo nome ed il suo volto dovrebbero dirgli qualcosa, ma non
riesce a metterlo a fuoco. Una cosa è certa, però: è molto bella ed ha due
incantevoli occhi azzurri. Johnny le sorride, mentre si inchina per un
impeccabile baciamano:
-Sono
onorato di fare la sua conoscenza, Lady Crichton.- dice.
-La
famosa Torcia Umana. Mi fa piacere conoscerla. Lei è davvero galante, Mr.
Storm, non è una cosa comune fra gli americani.-
-Io
non sono un uomo comune, Milady, in più di un senso, oserei dire.- Johnny sente
la risatina di Nita, ma sceglie di ignorarla. Quale che fosse il gioco di lei
nel presentargli la nobildonna, lui giocherà a modo suo –
La
prego, può chiamarmi Johnny.-
-Solo
se lei mi chiamerà Jacqueline. Certe formalità sono davvero pesanti e
superate.-
-Non
è certo un problema. Anch’io non amo le formalità e…-
Una mano si posa sulla sua spalla
destra ed una voce maschile da dietro di lui dice:
-Questo
giovanotto ti sta importunando, Jackie? Nel qual caso, posso dargli una
lezione.-
Johnny
si volta di scatto per trovarsi di fronte ad un uomo che potrebbe quasi essere
il suo gemello: corporatura robusta, più alto di lui di sei o sette centimetri,
capelli biondi, occhi azzurri e penetranti, bocca atteggiata ad un sorrisetto
di scherno. Indossa con disinvoltura uno smoking che gli calza a pennello.
Johnny lo riconosce immediatamente e non potrebbe essere diversamente. Sente la
risata di Lady Crichton che gli risponde:
-No
di certo, Jim. Tu conosci Johnny Storm, vero?-
Colui che si fa chiamare Jim Hammond
tende la mano verso Johnny che gliela stringe, trovandosi sottoposto ad una
stretta asciutta e vigorosa.
-Certo
che lo conosco.- dice Hammond –Posso dire che quello di Johnny è stato il primo
volto amico che ho visto dopo tanti anni, anche se il nostro primo incontro fu
alquanto burrascoso.-[2]
-Eravamo
entrambi confusi e tu non eri esattamente in te.- si affretta a dire Johnny.
-Beh…
è un momento buono come un altro per dirti che sono sempre stato orgoglioso che
tu abbia tenuto alta la tradizione della Torcia Umana.-
-Grazie,
ma io… un momento! Lady Crichton… Jacqueline! Ora ricordo: lei è…-
-Shhh!-
gli fa Jacqueline –Non è il momento di parlare di certe cose in pubblico. Ora
mi scuserai, Johnny, ma io e Jim abbiamo degli affari da discutere in privato.-
-Sono
stato contento di rivederti, Johnny.- lo saluta Jim stringendogli ancora una
volta vigorosamente la mano.
Mentre i due se ne vanno Johnny si
ritrova circondato da una piccola folla ed assalito da domande e commenti.
-E
così è
-Beh
ecco…-
-Quella
è la sua nuova fidanzata?-
-Veramente…-
-È
vero che esce con Julie Angel?-
-Chi?-
-Il
suo fratello maggiore è davvero un bell’uomo sa?-
-Ma
lui non è… oh al Diavolo!-
La nebbia è densa appena fuori da uno dei
palazzi più sorvegliati del Regno Unito, forse troppo. Dalla nebbia si formano
delle ombre che pian piano si concentrano sopra uno dei tetti di Whitehalll,
proprio vicino al famosissimo Big Ben e qui assumono forma umana se umani
possono ancora dirsi questi esseri che altro non sono che vampiri.
-Ecco
il nostro obiettivo.- dice con voce fredda e senza apparenti emozioni –Là c’è
ciò che cerchiamo: colpitelo adesso, senza alcuna pietà.
Sono almeno una ventina i vampiri
che, trasformandosi in pipistrelli volano verso il non lontano palazzo, guidati
dalla loro folle padrona.
3.
All’interno del palazzo, gli ospiti
interessati possono ammirare uno dei più recenti ritrovamenti archeologici, una
sorta di anteprima dell’esposizione ufficiale che comincerà solo tra qualche
giorno. Quello che qualcuno ha chiamato lo Scettro di Atlantide è racchiuso in
una teca di materiale infrangibile ed ignifugo ed è guardato a vista da guardie
giurate. La maggioranza degli ospiti gli ha, finora, dedicato solo occhiate
distratte, ma adesso quasi tutti sono reclamati da una voce al microfono: il direttore
del British Museum è salito su un piccolo podio, affiancato da Namorita e dagli
archeologi dell’equipe che ha scoperto lo scettro.
-Signore
e signori, se vorrete prestarmi attenzione, mi permetterò di presentarvi un
oggetto veramente inusuale. Si sussurra che abbia più di dodicimila anni ed è
forse la prima prova concreta che sono esistite civiltà umane precedenti alla
storia conosciuta.-
-Non hai idea di quanto
sia vero.-
La voce sembra uscire dal nulla… o,
per essere più esatti, da una sottile nebbiolina violacea che fino a pochi
istanti fa era praticamente invisibile ed ora si condensa nella forma della
Baronessa Sangue.
Perfino
in quest’era di Meraviglie Mascherate e di invasioni aliene quasi quotidiane
l’apparizione della Vampira desta sorpresa e con essa una sensazione di
allarme. Tra i presenti c’è chi riconosce quasi immediatamente la nuova
arrivata, ma anche loro sono presi di sorpresa dagli eventi che seguono: le
vetrate si infrangono sotto la forza dei grandi pipistrelli che sciamano per
trasformarsi nella distorta parodia di esseri umani che immediatamente
attaccano i presenti puntando alla loro gola, invulnerabili ad ogni arma che
viene usata contro di loro.
-Uccidete!-
Il panico dilaga, ma non in tutti i
presenti
Il
tuo nome è Jeff Mace e sei un reporter, ma sei anche più di questo: quando la
calca travolge te e la tua compagna, sei uno dei pochi presenti a non perdere
la calma. Vedi Joy sparire, inghiottita dalla calca dei fuggiaschi. Meglio
così, pensi, almeno sarà lontana dal pericolo… anche se non l’apprezzerà molto…
ed a te risparmierà di dove inventare una scusa per giustificare la tua
sparizione. Riesci ad infilarti in una stanza vicina e qui ti sbarazzi
rapidamente dei vestiti per rivelare l’uniforme bianca rossa e blu di Capitan
America.
Mentre
con un paio di acrobatiche mosse salti al di sopra della folla, ti aggrappi ad
un lampadario e lasci che la spinta e l’oscillazione ti portino dove vuoi
arrivare, non puoi accorgerti che vicino a te anche qualcun altro si sta
apprestando ad agire.
Certe
abitudini ti restano attaccate addosso per sempre, pensa Jacqueline Falsworth,
mentre, evitando abilmente la calca, riesce a raggiungere il guardaroba. Qui un
vampiro ha attaccato la guardarobiera e le sta succhiando il sangue.
-Adesso
basta, dannato succhiasangue.- esclama la nobildonna, poi, più rapidamente di
quanto l’occhio umano possa seguirla, colpisce il vampiro con un calcio alla
nuca.
Un colpo simile può al massimo
distrarre un vampiro, ma stavolta questo gli ha fatto…
-Male?
Ma come…-
-tacchi
ricoperti di laminatura d’argento. Non esci mai senza di essi se tuo zio è
stato uno dei più pericolosi vampiri del mondo.- risponde Jacqueline mentre
continua a colpire il vampiro ed a supervelocità stacca da un tavolo un pezzo
di legno sufficientemente appuntito da permetterle di infilzare il cuore
dell’avversario.
Mentre il vampiro cade ai suoi piedi
e comincia lentamente a decomporsi, Jacqueline raggiunge una piccola valigetta
e l’apre, traendone un costume dorato. Bastano solo pochi attimi perché
Spitfire si getti nella mischia.
4.
Due uomini molto simili,
nell’aspetto, se non nel carattere, separati da una folla di uomini e donne che
corrono in preda al panico, mentre sono attaccati dai vampiri, reagiscono quasi
contemporaneamente allo stesso modo: Jim Hammond erige una barriera di calore
tra lui e la folla, mentre Johhny Storm s’infiamma levandosi in volo. Palle di
fuoco mirate colpiscono gli aggressori senza fare danni a chi sta loro intorno.
I vampiri sono immuni a qualunque arma umana, ma il fuoco brucia le loro carni
e li costringe ad interrompere l’assalto, a difendersi dalle due creature che
sembrano non temerli.
Anche se Joseph “Joey” Chapman non
si divertiva molto al ricevimento, non avrebbe certo voluto che la serata
finisse in questo mod. Vampiri: curioso come finiscano sempre per incrociare il
suo cammino anche quando non è lui a cercarli, ma stavolta c’è di più: ha
riconosciuto il loro capo ed ha un conto in sospeso con lei. È ora di saldarlo.
Una volta arrivato nella stanza vicina, gli ci vogliono pochi attimi per
indossare il costume di Union Jack ed entrare in azione. Vorrebbe avere con se
la sua fida Webley con i proiettili d’argento, ma non c’era modo di farla
entrare al ricevimento e del resto lui non si aspettava di doverla usare. Poco
importa: si arrangerà in qualche altro modo. Spezza la gamba di un tavolino
(chissà quanto costa? Si chiede) ed esce. Meglio che siate pronti, vampiri,
perché la vostra nemesi sta arrivando.
Namorita ha reagito immediatamente
alla sorpresa, liberandosi dei vampiri che la stavano assalendo, ma potrebbe
essere una battaglia impari, perché per quanto lei sia forte, loro sembrano
inarrestabili e lei deve anche pensare a proteggere gli altri umani indifesi
che erano con lei sul podio. Improvvisamente si sente afferrare al collo da una
stretta d’acciaio. Senza alcuno sforzo apparente,
-Ogni
resistenza è inutile.- le dice.
-E…
tu chi saresti? La regina dei Borg?-
-Umorismo
anche di fronte alla morte? Bene, sarai un pasto degno della Baronessa Sangue.-
-Io
non credo proprio.-
Uno scudo circolare colpisce
5.
Lo scudo torna nelle tue mani e
-TU!-
esclama –Adesso morirai!-
Ti salta addosso con furia, così
veloce da non darti il tempo di difenderti. I suoi artigli si stringono al tuo
collo e tu hai appena il tempo di chiederti perché ti odi tanto. Non l’hai mai
incontrata, questo è certo, ma il suo costume ti ricorda qualcosa. Ha detto di
chiamarsi Baronessa Sangue? Non c’è un Barone Sangue tra i vecchi nemici di
Steve Rogers? Avresti dovuto passare un po’ più di tempo a documentarti, ma ora
forse, è troppo tardi… o forse no.
La tua avversaria molla
improvvisamente la presa ed il suo volto si contorce in un’espressione di
dolore, mentre qualcosa la strattona da dietro le sue spalle ed una voce
sarcastica dice:
-Tsk,
tsk, Baronessa. Mi deludi: pensavo di essere io il tuo bersaglio numero uno.-
Union Jack cerca di sembrare più
sicuro di se di quanto in realtà sia. Sotto la sua maschera gocce di sudore gli
imperlano il viso. Ha usato uno spuntone di legno per trapassarle la schiena,
ma per la fretta di aiutare Cap non ha centrato esattamente il cuore. Non è
neanche sicuro che sarebbe servito. Non ha esattamente idea di quanto quella
donna, se può ancora chiamarla così, sia diventata immune alle debolezze dei
vampiri. La osserva mentre, si strappa di dosso lo spuntone di legno e grida:
-Morirai
per questo, Union Jack, molto lentamente.-
-Da
quando ci siamo incontrati l’ultima volta la tua conversazione è diventata
piuttosto monotona, sai?- replica Union Jack sferrandole un calcio alla
mascella che a stento la fa barcollare.
Sono
davvero nei guai, pensa Joey Chapman, sto affrontando una supervampira immune
alle più classiche debolezze dei comuni vampiri e non so nemmeno se può essere
uccisa coi mezzi tradizionali. Forse stavolta non me la caverò, ma questo non
m’impedirà di morire lottando.
Sa
che è un pensiero assurdo, ma Jacqueline Falsworth è quasi contenta di questo
attacco, perché le ha dato l’opportunità di entrare in azione, cosa che non le
capita tanto spesso quanto, in fondo, desidererebbe. Usando tutta la sua
supervelocità passa tra i vampiri colpendoli ripetutamente e separandoli dalle
loro vittime. Sa che non serve a molto: non sono i pugni che possono
sconfiggere i vampiri, ma almeno fa qualcosa e riesce a guadagnare tempo perché
altri possano intervenire. Questi altri comprendono ben due Torce Umane, i cui
speciali talenti permettono loro di incenerire gli avversari limitando al
minimo i danni a cose e persone innocenti.
Per
Johnny Storm è una sensazione strana combattere fianco a fianco con qualcuno
che da bambino considerava solo un eroe di vecchi fumetti e con cui ora
condivide quel potere sul fuoco così esaltante, eppure così terribile, se ci
pensa bene.
Quanto
a Jim Hammond non perde troppo tempo in simili riflessioni: ci sono dei nemici
da sistemare e lui lo fa. È consapevole che quei poveri disgraziati sono
succubi della Baronessa e non sono del tutto responsabili delle loro azioni,
cosa che non fatica a comprendere, ricordando quante volte lui stesso è stato
pedina di esseri umani che hanno provato a controllarlo, a partire dal suo
stesso creatore, il Prof. Horton, ma non può permettersi sentimentalismi con
loro: ci sono vite da salvare. Piuttosto è compiaciuto di come il suo
successore se la stia cavando bene, il retaggio della Torcia Umana è caduto in
buone mani.
Ora
è il caso di sistemare quella cosiddetta Baronessa.
-Ci rivedremo presto ed
avrò il vostro sangue.-
6.
In un salotto riservato del
leggendario Diogenes Club di Londra, stanno sette figure in costume. Jim
Hammond veste la sua famosa tuta rossa con i bordi e gli stivali gialli, Johnny
Storm ha indossato la sua uniforme dei Fantastici Quattro e Namorita… un
semplice costume da bagno in due pezzi, verde a scaglie ed è a piedi nudi: un
abbigliamento che molti suoi consiglieri considererebbero non adatto ad una
sovrana, ma esattamente come farebbe suo cugino Namor, lei li ignora.
In questo momento è intenta ad
ascoltare Union Jack che spiega chi è
-…
Lily Cromwell era la figlia del dottore del villaggio. Quando scoprimmo che il
Barone Sangue aveva ucciso il dottore e si era sostituito a lui, nessuno pensò
che potesse averne plagiato, addirittura vampirizzato, la figlia. Fu un grave
errore, perché Lily, non potendo far rivivere il Barone Sangue, ormai morto
definitivamente, decise di concupirne il pronipote, Kenneth Crichton.-
Spitfire volge lo sguardo ed i suoi
occhi sono coperti da un velo di tristezza che non sfugge ai presenti. Jim
Hammond le stringe una mano con tenerezza.
-Come
fate ad essere sicuri che il Barone Sangue è davvero morto? Da quel che ne so,
i vampiri non sono facili da uccidere definitivamente.- chiedi.
-Hai
ragione, Capitano.- ti risponde Union Jack –Stavolta, però, siamo sicuri. Il
tuo predecessore gli staccò personalmente la testa dal collo, poi la bocca fu
riempita d’aglio e le labbra cucite, infine corpo e testa furono bruciati
separatamente: il solo modo per uccidere definitivamente un vampiro.-
Senti arrivare un conato di vomito,
ma ti trattieni appena in tempo. Union Jack prosegue:
-Lily
irretì il mio Amico Kenneth Crichton, nipote del primo Union Jack e figlio di
Jacqueline, e lo trasformò in un vampiro, facendogli assumere il ruolo del
nuovo Barone Sangue. Per farla breve:
-E
lo era veramente?- chiedi e nel contempo ti rendi conto che anche se lui ti
rispondesse di si, la cosa non ti sorprenderebbe affatto, non dopo le cose che
tu stesso hai visto e fatto da quando hai assunto il manto di Capitan America.
-Ad
essere onesti, non lo so.- risponde Union Jack –Ad ogni modo, che fosse o no il
vero Graal, fatto sta che funzionò come lei voleva: alla fine di un rito
celebrato
A questo punto Union Jack tace e
stavolta è Namorita a prendere la parola.
-Racconto
interessante, ma non ci dice dove sia
-Forse…
o forse no.- replica Jim Hammond –Dopotutto adesso sappiamo che
-Ma
certo!- esclama Namorita –Se
-Quanto
a dove si nasconde
-Allora
non ci resta che stanarla e suonargliele.- interviene Johnny Storm.
-Questa
non è la vostra battaglia, amici, è un affare di famiglia.- dice Spitfire –Ce
ne occuperemo io e Union Jack.
-Se
lo scordi Lady Crichton.- ribatti tu con decisione –Questa è anche la mia
battaglia: un Capitan America ha posto fine alla minaccia del Barone Sangue ed
un altro sistemerà
-Il
ragazzo dice bene, Jackie.- interviene Jim –Siamo tutti coinvolti in questa
storia: tu perché riguarda la tua famiglia, io perché c’ero quando questa
storia è cominciata tanti anni fa e loro…- il suo sguardo spazia su Namorita,
Johnny Storm e Cap -… beh, loro sono i nostri eredi ed è giusto che siano al
nostro fianco contro l’erede del Barone Sangue.-
-Mr.
Hammond ha parlato per tutti.- concludi tu.
-Te
l’ho già detto altre volte, ragazzo: chiamami Jim, se non ti dispiace.-
Jacqueline Falsworth Lady Crichton
sospira.
-Va
bene, se è così che volete, così faremo.- dice -Ora, però, non perdiamo tempo:
andiamo a vedere se è davvero così.-
-Avete pensato che probabilmente
-Certo.-
replica Union Jack –Ci aspetta e ci ha teso una trappola, ma non possiamo che
giocare con le carte che ci ha dato, purtroppo.-
-Allora
non abbiamo scelta, pare.- commenta Johnny –Potrei chiamare gli altri
Fantastici Quattro, ma, ripensandoci, preferisco dividere il divertimento solo
con voi.-
-Non
credo che ci sarà molto da divertirsi, Mr. Storm.-
-Mi
chiami pure Johnny.-
-E tu… e tutti voi chiamatemi Jacqueline,
allora.-
Non hai bisogno che te lo dica
qualcuno, sai già che sarà una missione difficile, eppure, al pensiero di
batterti al fianco di simili alleati, ti senti galvanizzato. Speri che questa sensazione
duri a lungo.
Il momento migliore per entrare in
una presunta tana di vampiri è quando il sole è bello alto nel cielo ed i
suddetti vampiri sono immersi nel loro magico sonno da cui solo il calare del
sole può risvegliarli.
-La
sola che dobbiamo realmente temere adesso è
-Uhm…
non è un’arma un po’…antiquata?- chiede Johnny.
-Può
darsi, ma è l’arma di Union Jack sin dalla sua prima apparizione: ormai è una
tradizione e tu sai quanto noi inglesi ci teniamo alle tradizioni.-
-Se
non ricordo male, ti è capitato abbastanza spesso di affrontare dei vampiri.-
gli chiedi.
-Abbastanza,
si, ma non troppo spesso quanto si crede e tutte le volte la vecchia Webley ha
centrato il bersaglio.-
-E
dopo aver ucciso i vampiri con una pallottola d’argento al cuore hai effettuato
quel rituale di taglio della testa ed il resto?-
-No,
solo di rado: di solito lascio il compito all’ufficio del Coroner di Inner West
London.-[4]
-Vuoi
dire che c’è un ufficio specializzato nei vampiri?- chiede Namorita.
-Certo.
Se è per quello, Scotland Yard ha una Squadra Antivampiro[5] e c’è
anche un ufficio che si occupa di casi insoliti, ma ha cambiato denominazione
varie volte ed al momento non mi ricordo qual è l’attuale.-
Johnny Storm storce la bocca. Quanto
a te, non puoi fare a meno di chiederti se la sicurezza che ostenta Union Jack
sia reale o se anche lui sente quella sensazione alla bocca dello stomaco e se,
soprattutto, sente il peso della tradizione che incarna, come tu senti quello
del nome e del retaggio di capitan America. Poco importa, perché sai benissimo
che nessuno di voi due si tirerà indietro.
Solo poche ore prima ti eri
ritrovato con Joy Mercado nella sua stanza. Eri contento che se la fosse cavata
solo con una lieve ammaccatura alla fronte. Lo svenimento di Joy ti aveva
risparmiato di inventare una scusa per la tua improvvisa sparizione, cosa in
cui stai rapidamente diventando davvero bravo, ma non ad impedirle di farsi
delle domande:
-Che
diavolo ci faceva Capitan America qui in Inghilterra? Ed è solo un caso che ci
fossero anche quegli altri tizi in costume?-
-Non
saprei, Joy, magari c’era solo in corso una reunion degli Invasori, sai come le
vecchie band rock.-
-Jeff
Mace, a volte non so quando scherzi o fai sul serio. Secondo me c’è una storia
sotto e voglio scoprire qual è.-
Detto da vera giornalista, ma per te
potrebbe rappresentare un problema.
-Non
è una cattiva idea. Charlie[6] ne
sarebbe contento. Facciamo così: adesso vado in camera a darmi una sistemata e
poi ti aspetto al bar e decidiamo il da farsi.
-Ok.-
Appena sei uscito dalla sua stanza
ti sei precipitato nella tua e dopo aver indossato il costume di Capitan
America, sei uscito dalla finestra per recarti all’appuntamento con Spitfire e
gli altri. Joy non l’avrà apprezzato, ma troverai una scusa valida… prima o
poi.
Ed ora eccoti qui, in compagnia di
altri eroi in costume, mentre segui Spitfire che vi guida verso un punto
specifico della Tenuta Falsworth.
Jacqueline Falsworth si sente sempre
più tesa. Il Barone Sangue è la maledizione della sua famiglia da decenni. Suo
zio John ha sconvolto le vite di suo padre, suo fratello e lei stessa più e più
volte e quando l’incubo sembrava finalmente finito per sempre, ecco che si è
ripresentato ancora una volta in una nuova forma, spezzando la fragile vita di
Kenneth e lasciandola con un vuoto difficile da colmare. Il tempo guarisce
tutte le ferite, dicono, ma nessuno parla mai delle cicatrici che rimangono.
-Ci
siamo.- dice, scuotendosi dai suoi pensieri. –Ecco l’ingresso alla caverna.-
-Se
-Io
non la sottovaluterei, Johnny.- replica Jim Hammond –Conosco quelli come lei ed
hanno sempre delle sorprese in serbo. Per questo ci penserò io a far saltare
l’ingresso. Sono un androide, dopotutto, corro meno rischi di farmi male.-
-Ehi,
vecchio: per quanto mi riguarda sei più umano tu di tanta gente che ho
conosciuto, quindi sta attento.-
Jim si lascia sfuggire un sorriso.
-Grazie
Johnny… ed ora state tutti indietro.-
L’Originale Torcia Umana si
concentra. A poco a poco la sua mano diventa incandescente e da essa viene
sparata una lama di fuoco che colpisce la pietra.
Ed un attimo dopo c’è un lampo di
luce seguito da intenso suono assordante, poi… nulla.
7.
Quando riapri gli occhi, Jim Hammond
è steso a terra, immobile e gli altri sembrano avere un gran mal di testa.
Johnny Storm è chino sul suo predecessore.
-Come
sta?- chiedi.
-Non
sono un esperto.- risponde –Johnny –Qui ci vorrebbe Reed.[7] Io
direi che è spento. Forse è opera di ciò che ci ha colpito od è stato un
meccanismo di difesa interno per proteggersi. Oddio, sto parlando come Reed,
fermatemi.-
Dietro il tono scanzonato avverti chiaramente
la preoccupazione del membro più giovane dei Fantastici Quattro.-
-Si
riprenderà presto?- chiedi.
-Vorrei
saperlo. L’ultima volta è rimasto spento per sette anni e quella precedente per
oltre 40.-
Non molto incoraggiante, pensi.
-Scusate,
gente.- interviene Namorita –Ma dov’è finita Spitfire?-
Solo allora voi tutti vi rendete
conto che Spitfire è scomparsa.
-L’hanno
presa.- esclama Johnny.
-Non
ha senso.- replichi –Perché non prendere prigionieri anche noi allora, invece
di lasciarci qui, vivi e pericolosi?-
-Quella
matta è entrata da sola nella caverna.- conclude Union Jack –Dobbiamo seguirla,
salvarla!-
Nessuno ha nulla da obiettare al
riguardo. Vi inoltrate nella caverna con
-È
davvero buio qui dentro.- dice –Sicuri che quei… vampiri non siano svegli qui
dentro?-
-Secondo
le leggende, durante il giorno devono riposare nelle loro bare e rimangono in
catalessi sino al calar del sole, non importa dove si trovino o quanto buio
sia.- spiega Union Jack.
-E
le leggende sono vere?- chiede Namorita.
-La
maggior parte almeno… ma non tutte.-
C’è un attimo di silenzio a quelle
parole, poi Johnny prova a rompere la tensione:
-Sapete…
mi sono reso conto che noi siamo una specie di Invasori di seconda generazione.
Certo ci mancano gli equivalenti di Bucky e Toro. Oh, io potrei essere la
spalla del nostro Jim e tu Cap... non hai spalle, giusto? Anche se ti hanno
visto qualche volta in giro con un paio di biondine imbandierate.-[8]
-A
dire il vero…- rispondi -… io sono la spalla di Falcon.-
-Divertente.
Perché stavi scherzando, giusto? Giusto?-
Non rispondi ed abbozzi un sorriso,
poi, quasi senza volerlo, ti irrigidisci, la tua mano destra serra la presa
sullo scudo. C’è qualcosa. Non lo senti, ma è come se lo avvertissi. Ne sei
sicuro: ti senti come un agnellino che sente la presenza di un branco di lupi
ed un brivido ti scorre lungo la schiena, mentre ti rendi conto che non siete
più da soli.
Per Spitfire è stato un lungo
cammino. Quasi subito dopo essere entrata d’impulso nella caverna è stata
assalita dai vampiri e sopraffatta. L’hanno portata in un punto dove non era
mai arrivata e lì, in una Caverna più piccola l’avevano buttata ai piedi della
Baronessa.
-Ben
arrivata tra noi, Lady Crichton.- dice la donna che fu Lily Cromwell.
-Perché
sono qui?- chiede Jacqueline –Perché non mi hai uccisa?-
-Non
è ancora il tuo momento. Prima devi essermi utile.-
-Utile
a cosa?-
-Si,
è giusto che tu lo sappia: guarda!-
In un angolo della caverna una
specie di giaciglio ed in quel giaciglio un bambino.-
-Mio
figlio.- spiega
Spitfire impallidisce, mentre
comprende la verità e
-L’ho
chiamato John, come il mio defunto signore. Purtroppo non avevo calcolato una
cosa: il figlio di una vampira e di un mortale, è la nemesi di quelli come me.
la sua natura ibrida lo rende un nemico naturale dei vampiri: un Dampyr. Io
stessa sono quasi morta nel darlo alla luce e senza la forza datami dal Graal
non ce l’avrei fatta. La sua stessa esistenza è un tormento per me, il solo
stargli vicino mi indebolisce. Finalmente, però, adesso ho quel che mi serve
per debellare il suo potere prima che raggiunga il culmine: lo scettro di
Zhered-Na, la maga dell’antica Atlantide. Il suo potere annienterà la natura di
Dampyr di mio figlio e lo renderà finalmente quello che io volevo che fosse: il
più potente di tutti i vampiri, vivo eppure non-morto, senza le debolezze dei
vampiri e nemmeno quelle degli esseri umani, il capostipite di una nuova razza
non più prigioniera delle tenebre e destinata a regnare sull’Umanità.-
-Tu
sei completamente folle. Se penso che vuoi sfruttare il tuo stesso figlio come
hai sfruttato il povero Kenneth…-
-Il
tuo povero Kenneth?-
-Che
stai dicendo Kenneth è…-
Jacqueline s’interrompe, mentre
osserva la figura che esce dall’ombra e per la prima volta da tanto tempo prova
un vero terrore.
Occhi rossi che brillano nel buio,
come quelli di animali famelici e sono tutti intorno a voi, mentre dalle
tenebre si diffonde un sibilo che aumenta gradatamente di intensità. Johnny
Storm intensifica la fiamma illuminando la caverna e rivelando la colonia di
vampiri della Baronessa, i volti che hanno ormai poco di umano e le zanne
snudate.
-Ma…
quanti sono?- esclama Johnny.-
-Tanti,
forse troppi…- puntualizza Namorita cercando di non far trapelare troppo il
proprio disagio.
-Sbaglio
o avevi detto che fino al calar del sole sarebbero stati innocui?- chiedi ad
Union Jack.-
-Evidentemente
mi sbagliavo.- ribatte lui, mentre spara
ad un vampiro colpendolo dritto al cuore –Ora, però, pensiamo a combattere e
restare vivi… se ci riusciamo.
Dentro di te ammiri la combattività
del tuo compagno inglese e ti senti spinto a non essere da meno: il tuo scudo
fa il vuoto tra le file dei vampiri. Peccato che il tuo scudo non sia
sufficiente contro queste creature del male… o si? Devi ammetterlo: eri un po’
scettico, quando Union Jack vi ha portati alla Cattedrale di San Paolo per
farvi benedire e riempire dei contenitori da un’acquasantiera. Lo ritenevi un
rito superstizioso ed un po’ sciocco, ma ora vedi i vampiri arretrare davanti
al tuo scudo e ti chiedi se proprio tu non avresti dovuto avere più fede.
Alle tue spalle Namorita si batte
come una vera leonessa, ma sta cedendo: è stata troppo tempo lontana dall’acqua
e la sua forza sta diminuendo. Solo la sua pelle naturalmente resistente alle
pressioni delle profondità oceaniche l’ha protetta sinora dai morsi dei
vampiri, ma è solo questione di tempo perché ceda.
-Detesto
privarmi di risorse preziose per il futuro…- dice Union Jack, mentre lancia una
bottiglietta -… ma non mi resta scelta.-
La bottiglietta si rompe contro le
spalle di Nita. Contiene poca acqua, ma in qualche modo è abbastanza.
Rinvigorita
Dove è stato colpito, il vampiro
brucia e delle orride piaghe si spandono sulla sua pelle.
-Davvero
interessante.- commenta Nita –Bene, bene, amici, ora sapete anche voi quanto
può essere pericolosa una vera Sub Mariner.-
Si fanno avanti a forza, usando lo
scudo, i pugni, pallottole d’argento e… il fuoco?
-Bruciali
Storm!- incita Union Jack.
-Ma
io…-
-Non
pensare a loro come a degli esseri viventi: non lo sono, non più almeno. Se li
eliminiamo daremo loro quella pace che la baronessa ha loro negato.-
Ciononostante Johnny Storm esita…
forse un istante di troppo e due vampiri lo assalgono. Le loro zanne bucano il
suo collo, le prime gocce di sangue zampillano.
Forse è solo il panico o forse è
istinto di conservazione, ma improvvisamente Johnny si infiamma sin quasi ad
intensità nova. Solo un istante, ma basta ad incenerire i suoi due avversari,
far arretrare gli altri ed a dare una superabbronzatura ai suoi amici.
-Per
fortuna hai davvero un totale controllo sulla tua fiamma…- gli dici tu -… o ci avresti
inceneriti tutti.-
-Vi
avrebbe solo risparmiato di morire per mano mia.- interviene una voce
arrogante.
8.
Ed Eccola davanti a voi: la
autoproclamata Baronessa Sangue, ma non è il suo arrivo a sorprendervi,
dopotutto la stavate proprio cercando, quanto la presenza al suo fianco di una
figura che quasi tutti i presenti riconoscono immediatamente.
-No,
non è possibile!- esclama Union Jack.
-Il
Barone Sangue, è davvero lui.- esclami tu.
-Perché
tutta questa sorpresa?- ribatte il Barone Sangue –Tu più di tutti, Joey,
dovresti sapere che non affatto facile uccidere un vampiro.-
-Kenneth,
sei davvero tu?- nella voce di Union Jack un misto di preoccupazione, incredulità
e… si, forse, anche sollievo –Perché segui questa strega? Tu non sei come lei.-
-Anch’io
lo credevo, un tempo, ma mi sbagliavo… ed anche tu sbagliavi: credevate tutti
che non fossi adatto per essere il nuovo Union Jack e così lo diventasti tu. La
verità era che io non ero destinato a seguire le orme di mio nonno, ma quelle
di mio zio. Ora e per sempre sono il Barone Sangue.-
-No!-
urla Union Jack lanciandosi in avanti –Ma non capisci, Kenneth? Parli come un
cattivo di terza categoria. Quella donna ti ha ottenebrato il cervello, ma tu
non sei come lei.-
Il Barone Sangue scatta velocissimo
e lo colpisce. Se il colletto del suo costume non fosse rinforzato, ora Joey
Chapman avrebbe la gola squarciata dalle unghie artigliate del suo avversario.
Lo shock è però, tale da fargli perdere la concentrazione e renderlo facile
preda dei vampiri che lo assalgono, immobilizzandolo.
-Fermi!-
comanda
-E
perché mai dovremmo arrenderci?- chiede Namorita –Tanto ci uccideresti comunque
o, peggio ancora, ci trasformeresti in tuoi non-morti e preferisco morire
davvero prima che accada.-
Senti gli occhi di tutti su di te.
Certo, non sei l’originale Capitan America, ma sembra proprio che il solo fatto
di indossare quel costume faccia di te qualcosa di speciale: un esempio, una
guida. Non hai mai voluto questo peso sulle tue spalle, ma alla fine hai scelto
di portarlo ed ora devi vivere all’altezza della leggenda. Non è facile, non lo
è mai stato e non lo sarà mai.
-Hai
ucciso degli innocenti, traviato le loro anime e tutto per un’assurda sete di
potere, per far rivivere un sogno malvagio. Gli Invasori hanno combattuto il
primo Barone Sangue e lo hanno sempre sconfitto. Che ti piaccia o no, io ed i
miei amici sconfiggeremo te ed il tuo Barone Sangue a costo di morire nel
tentativo.-
-Bel
discorso.- sussurra Johnny Storm –Un po’ prolisso, magari, ma comunque un bel
discorso.-
Alzi lo scudo e quasi non riesci a
credere di stare dicendo le parole che ora pronunci:
-Attenta
a te Baronessa, perché: ADESSO ARRIVIAMO NOI!-
Ed al tuo segnale i tuoi tre amici
balzano assieme a te alla carica.
Sola e legata con catene che non è
in grado di spezzare, Spitfire si chiede se è davvero arrivata la sua ora.
Sente le grida dei suoi amici, ma potranno farcela contro
A lungo ha tentato di liberarsi
dalle catene, ma tutto il suo potere è inutile, eppure non vuole cedere alla
rassegnazione, anche se non sembra esserci via d’uscita.
Improvvisamente qualcosa spezza le
catene e lei si ritrova libera. I suoi occhi si volgono ad una figura
evidentemente familiare.
Tu!-
esclama –Ma…-
Il nuovo arrivato si porta un dito
alle labbra e fa cenno di fare silenzio.
Li ha sottovalutati: credeva di
avere su di loro una facile vittoria, ma ora si accorge del suo errore. Non le
importa di quanti tra i suoi vampiri cadono: sono carne da cannone e li può
rimpiazzare quando vuole, ciò che conta è che le diano abbastanza tempo per il
rito. Non voleva farlo ancora, ma adesso deve usare lo scettro.
9.
Molti decenni fa, mentre il mondo
era in guerra, sette eroi in costume affrontarono una terribile minaccia. Al
termine di quello scontro un essere malvagio era morto per la seconda volta e
le sue ossa impalate su una stalagmite erano ormai una sorta di macabro
monumento, mentre poco più in là un vecchio eroe concludeva la sua carriera
contemplando le sue gambe spezzate, una figlia in fin di vita e la fine
dell’innocenza per lui e la sua famiglia.
Sessantasei anni dopo. Altri uomini
e donne con gli stessi costumi e nomi di allora combattono un’altra battaglia
nella stessa caverna e stavolta l’esito potrebbe essere diverso.
Stavolta i buoni potrebbero perdere.
A volte, nel corso di una battaglia
arriva un momento in cui tutto sembra fermarsi, come se la realtà si congelasse
per un attimo, riprendendo fiato prima di continuare. Union Jack sta
sperimentando uno di quei momenti, mentre gli sembra che tutto intorno a lui si
muova al rallentatore ed anche i vampiri che gli stanno addosso sembrano
allentare la presa, consentendogli di scrollarseli di dosso e liberarsene. Poi,
di nuovo, tutto accade freneticamente, mentre lui si getta a raccogliere la sua
pistola, caduta precedentemente a terra, e spara in rapida successione due colpi
spacciando i due vampiri più vicini.
-Adesso
basta, Joey, è finita.-
Il Barone Sangue è davanti a lui e
sta avvicinandosi con apparente calma.
-Attento
a te, Kenneth.- gli si rivolge Union Jack –Non esiterò ad ucciderti.-
-Ben
detto, Joey, sei davvero adatto per il ruolo. Io invece, ero troppo debole,
troppo vigliacco… almeno finché lei non mi ha fatto rinascere come vampiro. Ora
ho la forza e la volontà e tu non mi sparerai, vecchio amico… anche perché hai
finito i colpi.-
-Cosa?-
Un solo attimo di distrazione basta
al Barone Sangue per scattare verso Union Jack, torcergli il polso e
disarmarlo, per poi prenderlo per il bavero, mentre gli strappa la maschera.
-Ora
dimmi, Joey, che non posso ucciderti e fare di te un mio schiavo vampiro.-
-Non
farlo, Ken… tu non sei come lei, sei migliore.-
-Forse
una volta avrei potuto crederti, ma ora…ora sono un vampiro.-
-No,
sei Kenneth Crichton ed eri... sei un mio amico.- mentre parla, Union Jack
riesce a strappare la maschera al suo avversario -Puoi ancora farcela… conosco
un vampiro che ha vinto la sua maledizione, si chiama Hannibal King e può
aiutarti se...-
-Nessuno
può aiutarmi ormai, non capisci che sono dannato?-
Il Barone scaglia lontano Union
Jack, come se fosse una bambola rotta e lo spedisce proprio accanto alla sua
pistola. Può essere un caso? Si chiede il dolorante Joey Chapman. Forse no,
poco importa. Kenneth gli ha detto che era scarica, ma poco importa: ha con se
un altro caricatore e può riuscire a ricaricarla prima che lui possa fermarlo.
Ora gli volta le spalle e sarebbe facile sparargli. Lo stesso Kenneth vorrebbe
che lo facesse, Joey lo sa, ma esita e non riesce a decidersi a sparare.
Accade sempre nel corso di una
battaglia: ad un certo punto gli eventi sembrano precipitare rapidamente verso
una fine. In seguito nessuno dei quattro “Giovani Invasori” saprà ricostruire
con certezza l’esatta sequenza degli eventi, ognuno di loro la ricorderà in
modo diverso. La sola cosa che tutti loro ricorderanno con chiarezza è
l’immagine della Baronessa che brandisce lo scettro rubato e lo solleva sopra
la sua testa. Il suo volto è una contorta maschera di odio, mentre le sue
labbra intonano una specie di canto in una lingua sconosciuta.
-Cosa
sta dicendo?- esclama Namorita –Assomiglia vagamente alla lingua del mio
popolo, ma al tempo stesso sembra così… aliena.-
-Nulla
di buono, ne sono certo.- replica Johnny, mentre la sua fiamma si va spegnendo
–Non mi piace come brilla quello scettro e non mi piace nemmeno il fatto che mi
sto indebolendo. Dev’essere una specie di incantesimo. Se solo…-
La frase di Johnny è destinata a
rimanere senza seguito, mentre tutti i presenti osservano lo spettacolo di uno
scudo circolare rosso, bianco e blu che saetta nell’aria e va a colpire lo
scettro di Zhered-Na, che rotola lontano sino a cadere vicino a… Union Jack.
L’eroe britannico si protende con un ultimo sforzo, vincendo il dolore che
sente alle ossa e riesce a posare la mano sullo scettro… un attimo prima che uno
stivale si posi su di essa strappandogli un gemito.
-È
finita, Joey.- dice il Barone Sangue. –Te lo avevo già detto.-
-No!-
replica Union Jack –Non deve finire così, Kenneth!- tenta di alzarsi, ma non ci
riesce, il suo spirito è forte, ma la carne martoriata è debole.
-Non
c’è via di scampo per noi, Joey. Un tempo non lo avrei voluto, ma ora devo
seguire sino in fondo la strada che il destino ha tracciato per me.-
-Ci
ripensi, Barone… Mr. Crichton.-
Il Barone si gira per trovarsi di
fronte te: Capitan America.
-Nessuno
è davvero predestinato al male.- continui –È sempre questione di scelte e
nessuno può scegliere al posto suo.-
-Tu
non capisci: io non ho più scelta! La sete mi divora ed io non sono abbastanza
forte da resisterle. Ogni giorno che passa il vecchio Kenneth Crichton svanisce
e presto resterà solo il Barone Sangue e lui non avrà più rimorsi o pietà. Solo
una cosa può aiutarmi ormai.- Nelle mani di Kenneth Crichton è comparsa
-NO!-
è l’urlo spontaneo di Union Jack alla vista del vecchio amico che cade ai suoi
piedi.
Un
rivolo nerastro, il sangue del vampiro, scivola dalla cavità toracica e tocca
lo scettro… che improvvisamente comincia a brillare, diventa rossastro, caldo….
Il
tempo si ferma, lo scettro… esplode. La caverna si riempie di strane forme
caleidoscopiche e su tutte si innalza l’immagine eterea di una donna, seminuda,
con un lungo mantello e dai lunghi capelli neri fermati da una tiara, una donna
che allunga la mano verso lo scettro, che è sempre più brillante fino al punto
di accecare i presenti. Lo scettro sale sino a finire nella mano della
gigantesca immagine. La luce spazza la grande caverna e porta con se i vampiri
mentre
Il
tempo ritorna a scorrere e la caverna, fatta eccezione per i quattro eroi in
costume ed il corpo in rapida decomposizione del Barone Sangue, è vuota. Della
Baronessa rimangono solo gli abiti vuoti, degli altri vampiri nemmeno quello.
-Pare
che sia finita.- dice Namorita.
-Ma
vorrei tanto capire come.- commenta Johnny –Ho la sensazione che ci siano un
sacco di cose che non capiremo mai in questa storia.-
-Una
cosa la so…- intervieni tu -… ed è che ce la siamo cavata bene come gruppo.
Credo che i veri Invasori sarebbero stati fieri di noi.-
-Lo
credo anch’io.-
Nita riconosce immediatamente quella
voce
-Namor!
Da quanto sei qui?- chiede correndo ad abbracciare il cugino.
-Da
abbastanza tempo da riuscire a liberarmi.- risponde Spitfire, portando in
braccio un bambino ed affiancata da Jim Hammond.
-E
quello chi è?- chiede Nita.
-John
Crichton…- spiega Jacqueline -… il figlio di Kenneth e della Baronessa… mio
nipote.
-Ne
sono convinto.- commenta Jim.
-Ancora
non mi hai spiegato che ci fai qui. Ti credevo negli Stati Uniti.- insiste
Nita, rivolta a Namor.
-Ho
ricevuto una telefonata da un vecchio amico…- il suo sguardo corre verso Jim
Hammond -… e quando ho saputo cosa c’era in ballo sono corso qui appena
possibile… in tempo per trovare quel vecchio amico disteso sul prato di Casa
Falsworth.-
-Quindi
ti sei ripreso subito.- interviene Johnny Storm –Ma perché ci avete seguito
senza avvertirci e perché non siete intervenuti?-
-Oh
l’avremmo fatto…- replica Jim -… ma voi ve la stavate cavando abbastanza bene
senza di noi e non volevamo dare l’impressione di volerci impicciare.-
Li guardi tutti e tre e per un
attimo sei indeciso su cosa dire, poi ribatti:
-Immagino
che abbiamo passato l’esame.-
-A
pieni voti, per quando riguarda me e anche Jackie. Quel brontolone dalle
orecchie a punta di Subby, invece, non era molto soddisfatto, ma dovete
capirlo: è sempre stato così.-
-Attento
a come parli, fiammifero troppo cresciuto o potrei ricordarti cosa accade al
fuoco, quando incontra l’acqua.-
-Sempre
la stessa storia da 70 anni, ma quando cambierai repertorio?-
-Quando
lo cambierai tu.-
.-Grande
Nettuno e noi dovremmo imparare la saggezza da loro?- sbotta Namorita.
Scrollando la testa Namorita prende
tra le sue braccia un indebolito, ma non troppo gravemente ferito, Union Jack,
che volge lo sguardo verso il corpo di Kenneth Crichton, di cui ormai rimangono
solo le ossa.
Tu raccogli la maschera di Union
Jack e la porgi a Joey, poi guardi anche tu verso lo scheletro a terra.
-Mi
dispiace per lui, doveva essere un brav’uomo.- dici.
-Migliore
di quanto lui stesso credesse… purtroppo per lui.- risponde Joey.
-Mi
occuperò io di fare quello che deve essere fatto… se vuoi.-
-Grazie.-
Poco lontano Jim Hammond accompagna
fuori Johnny Storm.
-Sei
stato davvero in gamba, sai? Con te in giro, chi ha bisogno di un vecchio
relitto come me?-
-Forse
i giovani come me, bisognosi di qualche lezione ogni tanto. Ma non dire alla
Cosa che te l’ho detto.-
-Cap…-
chiede Nita –Pensi che questa sia l’ultima volta che abbiamo sentito parlare
della Baronessa Sangue?-
Scambi un rapido sguardo con la
giovane atlantidea ed Union Jack e poi scuotete la testa ed all’unisono
esclamate:
-Nooo!-
L’eco di risate gioiose è l’ultimo
suono che si sente nella caverna prima che vi torni il silenzio.
EPILOGO
UNO
Everglades, Florida. Dal nulla, o
almeno così sembra, lo scettro di Zhered-Na cade nelle acque stagnanti della
palude, proprio ai piedi di un essere che non è più un uomo, ma un tempo lo
era. L’Uomo Cosa non prova una vera curiosità, in realtà nella sua mente
primitiva non prova nulla. Tuttavia afferra comunque lo scettro e pare
osservarlo, come a cercare di capire cos’è. In quella che una volta era la sua
mente passano immagini di tempi lontani e di terre ormai scomparse, che sono
vive ormai solo nell’immaginazione degli essere umani. Non può sapere l’Uomo
Cosa che Zhered-na aveva dotato lo scettro di un incantesimo di salvaguardia,
che ne avrebbe impedito l’uso da parte di chi avesse intenzioni malvagie e che
ora lo scettro è inutile per chiunque. Non può saperlo e così getta lontano da
se quello che per lui è solo un inutile pezzo di metallo e non resta a vederlo
affondare in quel misto d’acqua e fango che custodisce tanti altri segreti.
EPILOGO
DUE
Sotto un cielo plumbeo ed una
pioggia rada ma fastidiosa, Jacqueline Falsworth, Lady Crichton, accompagnata dai
suoi amici di una vita: Jim Hammond, Namor McKenzie e Joey Chapman pone una
piccola urna accanto alle lapidi dei suoi genitori e di suo fratello e dà
l’addio all’ultimo discendente di suo padre. No, non l’ultimo, non ancora: c’è
ancora una creatura innocente e lei se ne occuperà e forse stavolta il tragico
retaggio del Barone Sangue sarà cancellato per sempre.
È ora di tornare a casa.
EPILOGO
TRE
Seduto sul tuo posto accanto al
finestrino, sull’aereo che ti riporta a casa, smessi i panni di Capitan America
per riprendere quelli più confortanti di Jeff Mace, presti poca attenzione a
Joy Mercado seduta al tuo fianco e pensi all’avventura appena finita.
Nonostante
tutto il pericolo, devi ammettere che è stato divertente combattere a fianco di
Johnny Storm, Namorita e Union Jack, per non parlare di Spitfire e
dell’Originale Torcia Umana. Magari un altro giorno accadrà ancora, ma ora hai
altro a cui pensare, tra cui il tuo prossimo articolo ed una ragazza alquanto
infuriata per essere stata piantata in asso… e si sa: l’Inferno non conosce
furia maggiore di quella di una donna arrabbiata.
Ma a questi problemi troverai una
soluzione… sempre ammesso che tu sopravviva alla tua prossima sfida.
FINE
NOTE
DELL’AUTORE
Poche le cose da dire su questa storia, visto
che le informazioni essenziali sui protagonisti vi sono state date all’interno
della storia e quindi procediamo alla svelta:
1)
Per
chi non lo sapesse, Union Jack, Spitfire ed il Barone Sangue sono personaggi
originali creati da Roy Thomas & Frank Robbins nelle pagine de “Gli
Invasori” nel 1976, anche se inseriti nel passato del Marvel Universe. Fino ad
oggi ci sono stati tre Union Jack: Montgomery James Falsworth, Lord Falsworth,
che agiva negli anni della Prima Guerra Mondiale; suo figlio ed erede Brian
Falsworth, che indossò i panni di Union Jack dal 1942 al 1945, per morire in un
incidente d’auto nel 1953, e Joey Chapman, amico di Kenneth Crichton, ultimo
discendente di Lord Falsworth, che assunse il manto di Union Jack solo pochi
anni fa (secondo il tempo Marvel), durante l’ultimo scontro di Capitan America
col Barone Sangue, la stessa notte in cui morì il vecchissimo Lord Falsworth.
2)
Union
Jack ha avuto spesso a che fare con i vampiri: ricordo tra le varie occasioni:
la sua miniserie personale, la prima storyline della serie MIT Cavalieri di
Pendragon ed un’apparizione su
3)
Spitfire,
alias Jacqueline Falsworth, che aveva ottenuto i suoi poteri grazie ad una
trasfusione del sangue sintetico della Torcia Umana Originale, grazie ad una
nuova trasfusione è stata ringiovanita sino all’età di 16 anni, dagli 80 e
passa che aveva, ed i suoi poteri sono stati ripristinati alla massima potenza:
4)
Spitfire,
5)
Union
Jack, Spitfire, nonché altri eroi ed avventurieri in costume, e non solo in
costume, nati e residenti nel Regno Unito compaiono, più o meno regolarmente, sulla
serie MIT Cavalieri di Pendragon scritta dall’immarcescibile rossointoccabile.
6)
Quanto
a Capitan America… l’aereo su cui si è imbarcato alla fine di questa storia lo
sta portando verso un appuntamento col destino a cui si presenterà in
Vendicatori MIT #75. Non perdetelo, mi raccomando.
E
con questo è davvero tutto, almeno per il momento, ma ricordate: se avete
deciso di dormire con la finestra aperta, non dimenticate di appendere al
davanzale una treccia d’aglio. Magari non manderà un buonissimo odore, ma ai
vampiri sarà ancora più indigesto. -_^
Carlo
[1] Accadde in Fantastic Four Annual #2 (Fantastici Quattro, Corno #27).
[2] In Fantastic Four Annual #4 (Fantastici Quattro, Corno #53).
[3] Nella miniserie Union Jack #1/3 (Wiz #45/48)
[4] Dove lavora il Dottor
Charles Seward, come ben sa chi legge
[5] Sempre su
[6] Charlie Snow, il direttore di Now Magazine.
[7] Reed Richards, Mister Fantastic, il capo dei Fantastici Quattro.
[8] Che sarebbero Spirito Libero e American Dream.
[9] È accaduto tanto tempo fa
su Tomb Of Dracula Vol 1° # (